“Non sono un mostro.
Ho sbagliato e intendo pagare il mio debito con la giustizia e con la famiglia di Supino, coinvolta nell'incidente stradale da me causato”.
Queste le parole Del 29enne marocchino che ha causato il violento incidente ad
Alatri. Mentre era in auto, in diretta social, a forte velocità, ha invaso la corsia opposta ed ha impattato con l’auto in cui viaggiava una donna e due bambini.
“Ho fatto una pazzia – scrive - ma io stesso ho rischiato di morire nell'impatto, avendo quindi creato una situazione ben diversa da quella di coloro che, non rischiando nulla, mettono a repentaglio solo la vita degli altri, ma non la propria”.
Poi Ivan Marocco (il suo nick name), parla di sé. “Sono in Italia da molti anni, con regolare permesso di soggiorno e sono stabilmente impiegato, con un contratto a tempo indeterminato, presso una ditta edile di Boville Ernica, dove svolgo l'attività di piastrellista specializzato. Sul posto di lavoro sono amato e ben voluto dal datore di lavoro e dai miei stessi compagni.
Sottoposto a due operazioni non è potuto tornare a casa. Solo da qualche giorno dopo aver subìto ben due operazioni sono stato dimesso dall'ospedale (prima Frosinone e poi Roma,) ma non ho potuto fare rientro a casa, dove vivo con miei due anziani genitori, che io personalmente sostengo moralmente e materialmente, in quanto la casa è presidiata da curiosi, da giornalisti e da truppe televisive, che aspettano di sapere da me come si sono svolti i fatti. Sono costretto a vivere in un'altra abitazione, ospite di amici, perché sia io che la mia famiglia, abbiamo ricevuto pesantissime minacce di morte, assolutamente inconcepibili per una nazione civile quale è l'Italia”.
Si dice pronto a pagare il suo debito con la giustizia: “Ribadisco, ancora, che io sono pronto a pagare il mio debito con la giustizia, ma quella rappresentata dalla magistratura e non quella rappresentata sommariamente, dal popolo. Io e la mia famiglia abbiamo deciso di incaricare l'avvocato Giampiero Vellucci per la mia difesa, ma il legale non ha ancora accettato l'incarico. Noi lo aspettiamo con fiducia per ottenere un processo giusto e con il rispetto delle regole cui ha diritto un comune cittadino, italiano o straniero che sia. Chiedo nuovamente scusa e perdono a tutti e accetterò serenamente, ma con tutte le garanzie di legge, la sentenza che verrà emessa nei miei confronti".
Scrivi commento