Sono diventate una quindicina le persone indagate a seguito dell’omicidio di Thomas Bricca.
Si tratta
dei soggetti facenti parte dei due gruppi che si sono affrontati il 28 ed il 29 gennaio scorso e che hanno dato vita alle risse nel centro di Alatri. Le indagini mirano a far luce sulle risse ma anche a chiarire meglio il ruolo di ognuno per quanto riguarda l’omicidio. Proprio a seguito di quelle risse è infatti scaturito il raid che ha portato due persone in sella ad uno scooter a far fuoco e ad uccidere Thomas Bricca
Risse e omicidio sono strettamente collegati, questo è ormai chiaro da tempo. I principali indagati Roberto Toson ed il figlio Mattia, secondo la procura i due sullo scooter, sono in carcere. Ma sulla vicenda ci sono ancora molti lati oscuri. Manca l’arma del delitto e lo stesso scooter utilizzato.
E, sebbene la nonna di Mattia si sia fatta sfuggire una frase “a sparare è stato Mattia”, non vi sono ancora testimoni che possano fornire una prova certa del loro coinvolgimento. Le due persone arrestate potrebbero quindi tornare in libertà.
Per questo gli investigatori stanno cercando la famosa “pistola fumante”, ossia la prova che metta finalmente la parola fine alle indagini e si possa dar vita al processo. Di qui gli approfondimenti investigativi sulle risse del 28 e 29 gennaio.
Chi sa deve parlare altrimenti tutto il lavoro fatto sinora (900 pagine di informativa dei carabinieri) potrebbe risultare vano. Di qui l’attenzione e la “pressione” che gli stessi carabinieri stanno esercitando su ogni singolo partecipante alle risse.
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