Commercialista in Manette

Commercialista in manette.

 

Faceva assumere stranieri presso le aziende cui collaborava senza che queste ne sapessero nulla.

 

Tutto ciò al fine di far ottenere un permesso di soggiorno in cambio di ingenti somme di denaro.

Al 57enne, noto professionista, residente a San Donato Val di Comino, di fatto domiciliato a Cassino, la polizia ha sequestrato numerosi documenti. Da questi si evincerebbe che l’uomo aveva ideato un vero e proprio sistema per far risultare l’assunzione di cittadini extracomunitari a carico di alcune delle attività per le quali prestava la sua opera di consulenza. In questo modo favoriva la permanenza illegale sul territorio nazionale di stranieri che, altrimenti, non avrebbero potuto ottenere il permesso di soggiorno.

 

A far partire la denuncia una donna che, dovendo richiedere un finanziamento per la sua azienda, aveva fatto richiesta del Documento Unico di Regolarità Contributiva, documento che le veniva emesso con riscontrate irregolarità. Questo l’aveva indotta ad approfondire quali fossero tali irregolarità, e ha così appreso di dovere all’INPS più di 15 mila euro, per contributi mai versati a favore di cinque dipendenti che la donna, solo in quel momento, scopriva di avere “assunto”. Questi suoi fittizi dipendenti, che mai avevano fornito la propria prestazione lavorativa presso la sua sartoria, erano tutti cittadini stranieri.

 

Per questo si era rivolta al proprio consulente chiedendogli delle spiegazioni e lui, per tutta risposta, le riferiva che si trattava di un mero errore e che avrebbe provveduto a sistemare subito le cose. La signora, però, non si è fatta abbindolare dalle giustificazioni che non le sono sembrate plausibili e si è rivolta alla Polizia di Stato.

 

Gli agenti del Commissariato di Cassino hanno così iniziato ad approfondire i fatti accertando che, con lo stesso modus operandi e  utilizzando le credenziali di accesso di un altro commercialista, che al momento risulta estraneo alla vicenda, il consulente aveva inserito sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non solo le comunicazioni UNILAV dei cinque stranieri che risultavano in carico a quella ditta, ma di numerosi altri cittadini stranieri, facendoli così risultare regolarmente assunti da varie ditte con sede nel cassinate.

 

A seguito di questi accertamenti, altre due persone, entrambe titolari di imprese individuali, che usufruivano delle prestazioni dello stesso consulente, si sono presentate presso gli uffici del Commissariato di Cassino per denunciare l’esistenza di assunzioni fittizie nella propria azienda di lavoratori extracomunitari, dei quali sconoscevano l’esistenza.

 

La procedura attuata dall’indagato aveva permesso così di predisporre numerosi contratti di lavoro, propedeutici al rinnovo dei permessi di soggiorno, in favore di stranieri extracomunitari che a lui si erano rivolti per procurarsi la preziosa documentazione, necessaria per ottenere il documento che gli avrebbe consentito di rimanere in Italia, anche senza i previsti requisiti.

 

 

Tutto questo, naturalmente, avveniva dietro versamento di ingenti somme di denaro, sia al momento della registrazione del contratto che ad ogni emissione e consegna della busta paga.

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