L’incidente mortale non deve essere imputato all’imperizia del fratello che era alla guida.
Questo il risultato dell’analisi svolta dal perito.
Parliamo
dell’incidente mortale che si è verificato nei pressi del casello di Anagni nell’ottobre scorso. Il conducente stava accompagnando il fratello per una visita specialistica a Roma. Dopo l’incidente è stato indagato per omicidio colposo.
Tuttavia, secondo quanto emerso dalla perizia effettuata dall'ingegner Fabrizio Ceramponi, consulente della procura, l'automobilista della Peugeot non avrebbe alcuna responsabilità.
Dalle indagini effettuate sarebbe venuto fuori quello che l'indagato, un pensionato di 65 anni di Frosinone, aveva sempre sostenuto e cioè di essere stato agganciato da un TIR che l'aveva fatto ribaltare facendolo finire contro un guard rail.
Il consulente della procura avrebbe rinvenuto sulla carrozzeria della macchina della vernice rossa che apparteneva al mezzo pesante che lo aveva affiancato determinando così l'incidente mortale.
Il conducente del tir, che adesso è ricercato per omissione di soccorso, subito dopo l'impatto si sarebbe dato alla fuga. Gli avvocati difensori degli indagati Giuseppe Lo Vecchio e Alessia Turriziani sperano di poterlo ritrovare attraverso testimonianze di chi quel giorno si è trovato a passare proprio su quel tratto dell'autostrada.
Intanto la posizione dell'indagato sembra notevolmente alleggerita. L'uomo non sa darsi pace per la morte del suo caro fratello.
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