Il patrigno lo aveva soprannominato Cenerentolo.
Lui è un bambino di soli 11 anni.
Prima di andare a scuola era costretto a svolgere i lavori più umili come
pulire il bagno, estirpare le erbacce dal giardino, spazzare il piazzale e provvedere a sistemare gli animali da pollaio. E se provava a disobbedire erano botte. La madre, soggiogata da quell'uomo, che aveva conosciuto dopo che il papà del suo bambino era morto in un incidente stradale, non aveva la forza di ribellarsi.
Anche nei suoi confronti l'uomo, un professionista di 50 anni di Frosinone, aveva comportamenti da despota impedendole persino di uscire a fare la spesa. Il coniuge acquistava grossi quantitativi di generi alimentari dalle grandi multinazionali. Quindi, avendo a casa ogni tipo di provvista, la donna non aveva alcun bisogno di mettere piede fuori dalla porta.
Una situazione che, a lungo andare, aveva portato la signora a cadere in uno stato depressivo. Quello che comunque le faceva più male era vedere la tristezza negli occhi di suo figlio. È stato proprio quel ragazzino ad un certo punto a darle la forza di reagire.
Nonostante fosse diventata mamma di altri due bambini un giorno è scappata e si è rivolta al centro antiviolenza Spazio Ascolto Osa. Gli operatori, dopo aver ascoltato il suo racconto, hanno fatto scattare la denuncia. Adesso l'uomo è finito sotto processo per maltrattamenti aggravati. Il ragazzino, tramite la madre, si è costituito parte civile. A rappresentarlo l'avvocato Sonia Sirizzotti.
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