No alla Censura. Giornalisti In Piazza

Giornalisti in piazza per protestare contro la "Legge Bavaglio".

 

Una norma che impedisce ai cittadini di essere informati.

 

Una sorta di censura alla libertà di stampa. 

Si tratta della norma sulla Presunzione di innocenza, una legge che lo stato italiano ha recepito dalla comunità europea. Il problema è che proprio in Italia è stata data un'interpretazione restrittiva della legge stessa.

 

Cosa succede in pratica? Il flusso di notizie, che normalmente arriva dalle forze dell’ordine, viene preventivamente vagliato dalle procure che spesso interpretano in modo limitativo la norma Cartabbia. In questo modo censurando di fatto le notizie.

 

I procuratori, per “paura di assumersi la responsabilità o di essere redarguiti” essi stessi, limitano il flusso di dati ed informazioni utili per “costruire una notizia”. Non solo. Quelle poche informazioni che arrivano alle redazioni giornalistiche, spesso giungono con giorni di ritardo, proprio perché ogni dato deve passare prima al vaglio delle procure. 

I giornalisti non ci stanno e parlano di limitazione della libertà di stampa: “le norme del decreto Cartabbia non possono essere un alibi per imporre la censura all’informazione”. Questa la sintesi del volantino diffuso oggi.

 

Una delegazione di giornalisti si è recata quindi questa mattina presso il tribunale di Frosinone e poi in procura per consegnare il volantino dove si


                                                                                                                                     Marina Testa - Stampa Romana Frosinone

chiede “il ripristino immediato di un adeguato scambio di informazioni che risponda al buon senso piuttosto che alla declinazione fallata e fuorviante di una norma europea il cui spirito (che condividiamo) è stato ampiamente travisato”.

 

Cosa chiedono i giornalisti al governo? “Chiediamo di rivedere il meccanismo che ha portato al deterioramento dei rapporti, che rischia di privare tutti i cittadini della conoscenza effettiva di ciò che succede nelle loro città”. 

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