Quando lo aveva sposato non si aspettava di dover convivere con una persona così avara al punto da impedirle di accendere la lavatrice per paura di consumare la corrente.
Gli indumenti, le aveva detto, li doveva lavare a mano.
Identica situazione per lo scaldabagno che non poteva assolutamente utilizzare. Quindi se avesse voluto farsi la doccia avrebbe dovuto lavarsi con l'acqua fredda. E lei povera donna, molto spesso, di nascosto del marito, un impiegato di 53 anni residente a Veroli, per lavarsi si recava dai suoi genitori.
L'uomo, tra l'altro, forse per impedire alla moglie che dicesse ai familiari in quali condizioni la facesse vivere, le aveva persino vietato di frequentare i parenti. Men che meno gli amici. E se avesse provato a ribellarsi sarebbero stati botte a non finire.
La donna, molto più giovane del coniuge, per lungo tempo ha sopportato. Ma poi si è rivolta ad un centro antiviolenza per denunciare il "marito padrone" ed essere aiutata. A conclusione delle indagini l'uomo è finito sotto processo per maltrattamenti aggravati. L'imputato sarà difeso dall'avvocato Enrico Pavia.
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