Picchia la moglie, non le fa usare l'acqua potabile o la corrente elettrica.
E se si rifiuta di avere rapporti sessuali, altre botte.
Lui è
un imprenditore di 60 anni di Alatri. Alcuni mesi fa aveva fatto tanto parlare di sé per le manifestazioni di protesta che aveva messo in atto nelle piazze della sua città, per far tornare la figlia di 12 anni a casa. I servizi sociali infatti avevano collocato in un rifugio protetto madre e figlia.
Ebbene nei giorni scorsi per l'uomo è arrivata la conclusione delle indagini. Il prossimo 5 ottobre dovrà comparire davanti al giudice per le udienze preliminari.
La vicenda ha inizio circa quattro anni fa quando la moglie, una casalinga di 47 anni, era vessata, denigrata dal marito che, secondo le accuse, aveva cercato numerosi espedienti per buttarla fuori casa. In che modo? Non facendole usare la lavatrice, l'acqua potabile e la corrente elettrica.
La donna, che alla fine si è rivolta ad un centro antiviolenza, veniva picchiata anche se si rifiutava di avere rapporti sessuali. E per punizione non le dava i soldi per la spesa.
Anche dopo l'allontanamento della donna e della figlia dalla casa coniugale aveva continuato a diffamare la coniuge sui social etichettandola come una donna disturbata di mente sottoposta a Tso.
La cosa ancora più grave è che avrebbe tentato di localizzare il luogo dove si trovava la figlia regalandole un cellulare con il geolocalizzatore. Ma è stato scoperto. La casalinga vittima di maltrattamenti in famiglia sarà rappresentata dall'avvocato Sonia Sirizzotti.
Scrivi commento