Trenta anni di carcere. A tanto è stato condannato dai giudici della Corte d'Assise di Frosinone Daniele Cestra.
Il 54enne era accusato di aver ucciso due detenuti all'interno del carcere di Frosinone.
La giuria lo ha ritenuto responsabile però soltanto di uno dei due detenuti mentre per l'altro lo ha assolto. Il verdetto è arrivato dopo quasi tre ore di camera di consiglio. Solo in parte è stata accolta la richiesta avanzata dal pubblico ministero Vittorio Misiti che aveva sollecitato una condanna all'ergastolo per duplice omicidio aggravato dalla recidiva.
Inizialmente le due morti erano state considerate come suicidio ma poi c'è da stata la dichiarazione di un altro detenuto che aveva sentito dire da Cestra che ne aveva già ammazzati tre. E da qui era stata aperta l'inchiesta a carico del 54enne di Sabaudia.
Questi all'interno del carcere di via Cerreto stava scontando una condanna a 18 anni per aver ucciso una pensionata nella sua abitazione a San Felice Circeo nel corso di una rapina avvenuta nel 2013.
L'uomo era stato accusato prima della morte di Pietro Paolo Bassi trovato impiccato nella sua cella nel marzo del 2015 e morto un paio di settimane dopo e poi il decesso di Peppino Mari anche lui trovato morto in cella nell'agosto del 2016.
Poi c'è la stata la dichiarazione di un detenuto che aveva sentito Cestra dire di averni ammazzati già tre quindi ucciderne un altro per lui non sarebbe stato difficile. Ieri la conclusione del processo che ha visto la condanna di Daniele Cestra a 30 anni di reclusione.
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