Aveva accusato un operatore di una casa-famiglia di averla violentata.
Tutto falso.
La ragazzina di 15 anni si era inventata la storia dell'abuso
sessuale soltanto per poter ritornare a casa sua. Nel corso di un interrogatorio l'adolescente è crollata ed ha confessato tutto. A quel punto il magistrato inquirente ha deciso di archiviare il caso e per l'operatore, un 39enne di Isola Liri, che era difeso dall'avvocato Enrico Pavia, è stata la fine di un incubo.
All'epoca dei fatti, stiamo parlando del 2019 La minorenne raccontò ad una sua amica ospite nella casa-famiglia che quell'uomo, molto affabile e gentile, di notte quando tutti dormivano, la obbligava a sottostare alle sue Insane voglie.
Gli incontri avvenivano nel giardino della struttura o in uno scantinato ed era stata proprio l'amica a raccontare il dramma che stava vivendo la ragazzina alla madre. Quest'ultima aveva fatto scattare la denuncia.
Nel frattempo la ragazzina era riuscita nel suo intento in quanto, dopo quella denuncia, era riuscita a tornare a casa. Ma le indagini avviate in tal senso avevano portato a numerose incongruenze. Troppe lacune in quel racconto.
È proprio dietro alle domande incalzanti del magistrato la ragazzina è crollata ed ha confessato la verità. Davanti al sostituto procuratore titolare dell'inchiesta la quindicenne ha raccontato che si era inventata la storia dello stupro soltanto perché voleva ritornare a casa sua.
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