Giustizia è stata fatta?
Tra qualche ora Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci dovranno entrare in carcere.
Tutti e tre sono
accusati di omicidio preterintenzionale per la morte di Emanuele Morganti. Emanuele fu massacrato di botte davanti a un locale notturno di Alatri nel marzo del 2017. Tutti e tre, ricordiamo, erano stati condannati dalla corte di Appello a 14 anni di pena. Condanna confermata dalla Cassazione.
Al momento si trovavano a piede libero in quanto scaduti i termini della custodia cautelare. Ma adesso per loro si spalancheranno le porte della prigione.
Una sentenza che si aspettavano sia i difensori che gli imputati. L'avvocato Christian Alviani, che insieme al collega Bruno Giosuè Naso, difendeva Michel Fortuna non ha voluto commentare il dispositivo se non dicendo che le sentenze in quanto tali vanno accettate.
A detta del legale per gli imputati resteranno da scontare poco più di 8 anni e mezzo di carcere in quanto cinque sono stati già scontati con la pena detentiva cautelare. Tra un paio d'anni si potrà pensare a richiedere una libertà vigilata sempre che i detenuti abbiano tenuto un comportamento irreprensibile all'interno del carcere.
Michel Fortuna, ad esempio, ha cercato subito di ricostruire un pochino la sua vita lavorando come cuoco all'interno delle cucine del penitenziario di via Cerreto dove si trovava. Tutti e tre gli imputati verranno rinchiusi nel carcere dove al momento risiedono. Soltanto in caso di sovraffollamento i giudici cautelari potrebbero decidere un loro trasferimento.
Per i familiari dello sventurato ragazzo, ucciso a soli 20 anni dal Branco, la giustizia è stata fatta soltanto in parte in quanto hanno sempre sostenuto che il loro adorato Emanuele non sarebbe morto per sbaglio ma c'era stata la volontà di qualcuno di mettere fine ai propri giorni.
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