Decine di persone sono arrivate domenica nel piccolo centro di Torre Cajetani.
L’occasione era davvero ghiotta: visitare il castello, chiuso per la maggior parte dell’anno.
Si tratta del
“Castrum Turris” dove nel 529 pernottò san Benedetto prima di riprendere il tragitto che lo avrebbe portato fino a Montecassino per fondare il suo ordine monastico.
Qui hanno soggiornato personaggi eccellenti come Papa Bonifacio VIII (quello del famoso schiaffo di Anagni), che utilizzò il maniero per “meditazione e lavoro”. Sembra che proprio da qui il Papa emanò diverse bolle pontificie.
Nel periodo del suo papato il pontefice favorì la sua famiglia (Caetani) facendo in modo che questa acquisisse numerosi castelli che dalla montagna arrivavano al mare controllando le valli circostanti.
(Il castello di Trevi, di Fumone, di Pofi… fino a quelli di Sermoneta e di Fondi in provincia di Latina. In seguito il castello di Torre Cajetani è tornato nelle mani della famiglia Teofilatto discendente del senatore romano, antico proprietario (dal 900 al 1100).
La famiglia lo ha acquistato e gli ha donato nuova vita, soprattutto dopo il terribile terremoto del 1915 che rase al suolo gran parte del paese, e che danneggiò gravemente anche il castello.
Attualmente la struttura è visitabile solo nella parte messa in sicurezza. I giardini, le sale al primo e al secondo piano.
Ma ci sono le segrete, il pozzo, le torri… oltre al fantastico panorama: il castello, infatti, si affaccia sulla valle che ha come sfondo il lago di Canterno ed i monti Ernici.
Nella giornata di ieri sono stati gli stessi proprietari ad aprire le
porte ai visitatori e a mettersi a disposizione, come guide, per i tanti curiosi che, entrati dal portone principale, si sono subito immersi nell’atmosfera medievale del maniero.
Un’esperienza da sogno e che verrà ripetuta presto.
La famiglia Teofilatto, infatti ha intenzione di aprire la fortezza, non solo per eventi privati, ma anche per convegni e manifestazioni pubbliche.
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