“Serena non l’ho uccisa io”.
Queste le parole pronunciate da Marco Mottola il figlio del maresciallo comandante della caserma carabinieri di Arce e principale imputato per la morte di Serena Mollicone.
È la prima volta che Marco parla in un’aula di tribunale dopo 21 anni dalla morte della ragazza trovata legata e con la testa in un sacchetto di plastica in un boschetto di Anitrella. Quello che Marco dice è che Serena non è mai stata in caserma.
Tra l’altro per entrare negli appartamenti privati non si doveva passare per il piantone. Anche i rapporti con la vittima non erano affatto intimi, anzi. Si erano conosciuti perché andava a ripetizione di francese dal papà di serena, Guglielmo Mollicone.
Poi avevano la stessa comitiva, ma solo quando erano molto piccoli. Successivamente è capitato qualche volta che si sono ritrovati insieme ad altri amici nei giardinetti di Arce. Ma nessuno rapporto sentimentale. Soprattutto Serena quel fatidico giorno della scomparsa non è entrata in caserma. Questo quanto racconta Marco Mottola.
Nella prossima udienza si sarebbe dovuto tenere la deposizione del maresciallo Franco Mottola ma non sarà così. I suoi difensori hanno deciso di non farlo sottoporre ad esame. Una decisione che è stata contestata anche dal responsabile tecnico della difesa dei Mottola Il dottor Lavorino.
Per luglio, e questa è l'altra importante novità, è prevista la sentenza di questo giallo che si protrae ormai da oltre 20 anni.
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