Serena Mollicone, un omicidio avvenuto, secondo la procura, all’interno della caserma carabinieri di Arce.
Proprio la procura, nell’udienza di oggi, ha avvalorato tale tesi, giocando la sua carta più importante:
la patologa forense Cristina Cattaneo. Quest'ultima ha evidenziato la compatibilità tra il segno, trovato su una delle porte interne della caserma, e la frattura cranica sul capo di Serena, anche se quest’ultima sarebbe morta successivamente per asfissia.
Secondo la ricostruzione della dottoressa Cattaneo ci sarebbe stata una colluttazione tra la studentessa di Arce ed un'altra persona, si ipotizza fosse Marco Mottola, il figlio del maresciallo comandante della caserma.
Il trauma cranico inoltre avrebbe provocato una emorragia e, sempre secondo la dottoressa Cattaneo, la ferita sarebbe stata provocata da un urto contro una superficie piana (la porta).
Smentita quindi la possibilità, sostenuta dalle difese, che quel segno sulla porta possa essere stato causato da un pugno del maresciallo Franco Mottola, in lite con il figlio.
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