Sei persone denunciate per indebita percezione del reddito di cittadinanza.
Tutti erano privi dei requisiti previsti dalla normativa.
Le sei persone benché
tutte di Valmontone, non sono collegate tra loro. Tutti però, all’atto della presentazione della domanda, erano sottoposti ad una misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria. Oppure, avevano nel loro nucleo familiare soggetti gravati da questo genere di provvedimento.
Per questo, come previsto dalla norma, non potevano fruire del beneficio, poiché violavano quella clausola di “buona condotta” voluta dal Legislatore proprio per evitare che il reddito di cittadinanza finisse nelle tasche di soggetti condannati o pregiudicati.
Emblematico il caso di uno degli indagati, un 60enne di Valmontone, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati, riuscito da solo ad intascare in due anni ben 13.500 euro.
In alcuni casi, per ottenere l’approvazione della pratica, gli indagati hanno anche prodotto attestazioni fittizie sul proprio stato di famiglia, facendo ad esempio risultare situazioni di convivenza o coabitazione di fatto inesistenti.
Fondamentale per il buon esito dell’attività si è rivelata la sinergia istituzionale con l’ufficio INPS di Colleferro che ha fornito la propria collaborazione all’Arma.
All’ente previdenziale, cui è già stata data comunicazione degli illeciti accertati, spetterà inoltre avviare la procedura per il recupero della somma complessiva dei benefici indebitamente percepiti pari a 43.000 euro.
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