Mollicone. I Depistaggi e le Cimici Fasulle

Incongruenze e depistaggi.

 

Sono quelli riscontrati dal luogotenente Massimo Poletta del nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone.

 

Proprio lui, grazie alle indagini del 2016/17, ha 

permesso alla procura di rivolgere l’attenzione agli attuali imputati poi rinviati a Giudizio. Secondo Polletta il maresciallo Mottola fu autore di diversi depistaggi.

 

Il comandante della caserma di Arce, infatti, dichiarò di aver raccolto testimonianze in base alle quali Serena era ancora in vita nel pomeriggio del primo giugno. Che la ragazza era stata vista salire su un’auto di colore rosso.

 

Poi il telefonino di Serena che fu ritrovato dallo zio della ragazza dopo che lo stesso maresciallo Mottola lo invitò a cercarlo. Il cellulare fu ritrovato in un cassetto che era stato già controllato in precedenza. Poi la pista satanica.

 

Tutti depistaggi voluti dagli attuali imputati per evitare che si indagasse proprio su di loro. Questo almeno il giudizio del luogotenente Polletta.

 

Le Cimici. Tra l’altro lo stesso carabiniere ha dichiarato in aula che quando si cominciò ad indagare sulla caserma di Arce furono piazzate delle cimici nelle auto di Mottola e di Quatrale. Entrambi però si accorsero di essere intercettati.

 

Lo stesso comandante della caserma di Arce, il maresciallo Franco Mottola, fu invitato presso la caserma di Teano per la consegna di un atto. In quel frangente i carabinieri inserirono sulla sua auto una cimice.

 

Mottola però uscì dalla caserma prima che il lavoro finisse e quindi si rese conto di essere stato messo sotto controllo. Nella prossima udienza controinterrogatorio del teste da parte delle difese.

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