Quattro anni e cinque mesi di reclusione.
Questa la sentenza che ha pronunciato il giudice per le udienze preliminari.
Imputato il giovane di 26 anni di Ceccano Matteo Verdicchio.
Era accusato di omicidio preterintenzionale per aver colpito con un pugno Emanuele Liburdi un 57enne di Giuliano di Roma causandogli lo spappolamento della milza.
Il pubblico ministero aveva chiesto 12 anni di carcere. Ma il difensore Giampiero Vellucci, aveva chiesto il rito abbreviato, così la condanna era stata ridotta ad otto anni. Il giudice però, pronunciando la sentenza, ha dimezzato ancora la pena.
Il legale difensore ha sempre sostenuto che non vi era certezza che a determinare la morte di Liburdi potesse essere stato un cazzotto, in quanto l'uomo risultava già cagionevole di salute. I familiari erano rappresentati dagli avvocati Nicola Ottaviani e Marco Maietta.
La vicenda risale al luglio del 2018 quando Verdicchio aveva affrontato la vittima in un bar sulla Monti Lepini perché doveva avere del denaro per un debito rimasto insoluto.
Erano volati pugni e calci. Tornando a casa il 57 era stato colto da malore. La corsa in ospedale e poi la morte. Da qui l'avvio dell'inchiesta che ha portato sotto processo il giovane ceccanese.
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