Le scuse pubbliche non sono bastate.
Matteo Salvini non perdona e non ritira la denuncia.
Anzi ha fatto opposizione all'archiviazione proposta dalla procura.
Forse finirà alla sbarra l'impiegato di Ferentino residente in Irlanda. Questi nel maggio scorso, mentre si trovava in vacanza in Italia, si era trasformato in un "leone da tastiera" e in un post su Facebook ci era andato giù pesante: "A Salvini gli devono piazzare una bomba che gli fa saltare in aria la casa...".
Una frase, ritenuta una minaccia di morte per il politico della Lega. Insulti anche ai due figli di Salvini e alla campagna. Da qui era scattata la denuncia. Poi ci sono state le pubbliche scuse. Ma non sono servite.
Sulla vicenda la procura aveva chiesto l'archiviazione ma l'ex ministro degli Interni vuole andare fino in fondo ed ha presentato opposizione. Sarà ora il giudice per le udienze preliminari a decidere se il giovane di Ferentino finirà sotto processo. L'indagato sarà difeso dall'avvocato Antonio Ceccani.
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