Se quel guardrail fosse stato collegato in modo corretto Gerilli sarebbe ancora vivo.
Ne è convinto il magistrato che ha condotto le indagini.
Tanto da chiedere il rinvio a giudizio per il direttore dell’Asi.
Colpevole quest’ultimo di non aver provveduto ad “effettuare i dovuti controlli statici dell’infrastruttura” (il cavalca-ferrovia di Piedimonte San Germano). La tragedia si è consumata il 27 ottobre del 2019.
Gerilli, che ha lasciato la moglie e due figli, stava percorrendo il cavalcavia quando ha perso il controllo della sua Fiat Grande Punto finendo contro il guardrail, sfondandolo e precipitando di sotto da un’altezza di oltre dieci metri: un volo che non gli ha lasciato scampo.
Un decesso istantaneo “da porsi in nesso causale diretto ed esclusivo con il grave politrama contusivo-fratturativo secondario all’incidente e la conseguente insufficienza cardio-respiratoria acuta”.
Così ha concluso il dott. Fabio De Giorgio, docente di Medicina legale dell’Università Sacro Cuore di Roma, il consulente tecnico incaricato dal magistrato di effettuare l’autopsia.
A rispondere della sua tragica morte è stato dunque chiamato Claudio Ferracci, 55 anni, di Frosinone, il direttore del Consorzio Asi, l’Ente che ha progettato il cavalcavia dal quale il cinquantottenne è precipitato.
Si avvicina il momento della verità e della giustizia per i familiari del camionista di villa Santa Lucia, e per Studio3A-Valore S.p.A. che li assiste e che per primo aveva rilevato le gravi irregolarità della barriera installata sul ponte ferroviario che sovrappassa la linea Roma-Napoli.
Ora si attende il riscontro dell’istanza da parte del Gip del Tribunale di Cassino e la fissazione dell’udienza preliminare.
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Alessandro (lunedì, 03 maggio 2021 17:14)
Gravi irregolarità....difetti nella progettazione.....difetti nei collegamenti......tanta superficialità.....e intanto un essere umano è morto......non ho parole....