Mario Teoli ha colpito il genitore con l'intenzione di ammazzarlo.
Parliamo del 32enne di Esperia accusato di aver ucciso il padre con 6 pugnalate.
Voleva ucciderlo.
Così hanno scritto nelle motivazioni della sentenza i giudici della Corte d'Appello di Roma che hanno confermato la condanna a 15 anni di reclusione, come disposto dai giudici nel processo di primo grado. Secondo i magistrati capitolini non esiste altra ricostruzione che possa escludere la responsabilità dell'uomo e configurare un omicidio preterintenzionale.
La volontà nell'azione omicida, scrivono i magistrati nelle motivazioni della sentenza, "si desume in maniera chiara dal ripetuto utilizzo di un'arma bianca per aggredire la persona offesa". Per quanto riguarda la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento dell'omicidio l'uomo non sarebbe stato totalmente incosciente.
La morte del genitore senza quelle coltellate si sarebbe potuta evitare. L’omicidio, come ricordiamo, risale al primo agosto del 2018 quando Mario Teoli inizia a discutere animatamente con il genitore Antonio di 68 anni. Ad un certo punto il figlio impugna un coltello da cucina e colpisce il padre trafiggendogli l'addome e procurandogli le gravissime ferite che lo porteranno alla morte.
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