Sede dei gendarmi pontifici, fino alla Seconda guerra mondiale poi caserma dei reali carabinieri, fino all'età prerepubblicana. Quindi sede della banca d’Italia.
Ora l’edificio sarà adibito a municipio con all’interno una pinacoteca.
Proprio ieri, infatti, il sindaco Ottaviani ha firmato l’accordo che prevede l’acquisto dell’immobile pagato come contratto d’affitto. I canoni verranno però detratti dal costo dell’intero edificio.
Dopo tante sedi “arrangiate”, ora il comune di Frosinone potrà trasferirsi in un palazzo storico una superficie direzionale di circa 2000 mq, 500 mq per residenze e 300 per archivi.
Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, ha commentato: "Si celebra oggi la rimarginazione di una ferita impressa al nostro territorio e alla nostra gente oltre 70 anni fa, quando l'11 settembre del 43 il bombardamento distrusse il palazzo comunale, insieme all'80 per cento di tutti gli immobili pubblici e privati presenti in città.
La nostra comunità si è rimboccata le maniche e, pur senza beneficiare neppure di un euro di finanziamento pubblico, dallo Stato centrale o di altre forme di risarcimento, come avvenuto per altri comuni, ha centrato un obiettivo enorme di carattere identitario e culturale”.
L’opzione presentata prevede l’acquisto, con un prezzo di vendita pari a 1.650.000 euro, attraverso un canone annuo di 153.000 euro. L’acconto (del 77,10%) è fissato a 117.963 all’anno; godimento (22.90%) a 35.037 euro all’anno. Saldo prezzo di 470.370 euro al rogito per un totale, in caso di opzione acquisto al decimo anno, di 2.000.370 euro.
Ma un comune di Frosinone dove prenderà i Soldi? Ai fini dell’opzione finale di acquisto, il Comune procederà ad accantonare la quota di riscatto finale, anche attraverso la vendita o la messa a rendita dei beni di proprietà comunale liberati dal trasferimento nella nuova sede.
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Marco (venerdì, 06 novembre 2020 10:14)
Tutto bene ma chi è il pazzo che si compra il palazzo Evangelisti?!
alex (venerdì, 06 novembre 2020 10:49)
dipende sempre dal prezzo......
bene Sig. Sindaco, la ciliegina sulla torta prima di abdicare