Muore dopo il Ricovero

la richiesta di archiviazione presentata dal PM Adolfo Coletta. Secondo i legali ci sarebbero state alcune anomalie che non sarebbero state tenute in considerazione, soprattutto nel corso dell'esame autoptico.

La vicenda risale al febbraio scorso quando Mirko Cisbaglia, un operaio di 39 anni nato ad Anagni sposato e padre di due bambini, si era ricoverato in ospedale a causa dolori al torace. Ma la sera dello stesso giorno l'uomo era deceduto.

Da qui il sospetto dei familiari che il loro congiunto potesse essere stato vittima dell'ennesimo caso di malasanità. Gli avvocati Mieli, De Luca e D'Ambrosio hanno avviato tutte le indagini per scoprire cosa fosse realmente successo allo sventurato operaio.

Proprio attraverso queste indagini sarebbe emerso che un neurologo aveva diagnosticato una rabdomiolisi, patologia che aumenta i livelli della mioglobina nel sangue e che ha come conseguenza lo shock renale. Nonostante questo però i trattamenti sarebbero stati disattesi.

Sarebbe bastata una seduta di dialisi per salvare il ragazzo dalla morte. Nel corso dell'esame autoptico però il medico legale aveva sostenuto che il paziente era affetto da una sindrome reattiva ai farmaci antidolorifici e dunque i sanitari non avevano alcuna colpa di quanto accaduto.

Da qui la richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero. Ma i legali non si sono dati per vinti ed hanno incaricato un medico legale dell'università La Sapienza di Roma di effettuare una ulteriore perizia.

Proprio il consulente avrebbe rinvenuto elementi schiaccianti circa la responsabilità di chi quel giorno stava monitorando il paziente. Intanto si chiedono come mai la terapia prescritta non sarebbe stata seguita.

E come mai il medico legale non avrebbe accertato la rabdomiolisi. Gli avvocati che hanno impugnato l'archiviazione hanno chiesto la riesumazione della salma.