Un anno ed un mese di reclusione.
Questa la condanna che ha inflitto il giudice a Stefano Pommella un ragazzo di 30 anni residente nel capoluogo ciociaro.
La vicenda
risale all'agosto dello scorso anno quando, in Corso Lazio a Frosinone, l'uomo aggredì con il calcio di una pistola scacciacani un trentottenne. I colpi inferti al volto hanno costretto la vittima a ricorrere ad un intervento maxillo-facciale presso il Policlinico Umberto Primo di Roma.
A seguito di quei fatti Pomella venne arrestato con l'accusa di rapina e lesioni. In tasca gli avevano trovato un ciondolo che l'uomo aveva staccato al collo della vittima.
Ma nei giorni scorsi il difensore, l'avvocato Luigi Tozzi, ha dimostrato in aula che il suo assistito non aveva commesso alcuna rapina perché quel ciondolo era di sua proprietà. Il monile lo aveva dato al trentottenne in cambio di denaro.
L'accordo era che avrebbe riavuto il ciondolo quando avrebbe saldato il debito. Ma così non è stato. Pommella, infatti, quando si è recato dal trentottenne per restituire il denaro si è visto negare il suo ciondolo perché, a detta dell'altro, il debito lo aveva saldato in ritardo.
A questo punto Pommella, preso dalla collera, lo ha colpito sulla testa con il calcio della pistola, riprendendosi il ciondolo.
Alla luce dei fatti enunciati in aula il giudice ha derubricato il reato di rapina e ha lasciato in piedi soltanto quello di lesioni. Per tale motivo l'imputato è stato condannato ad un anno ed un mese di pena.
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Security (mercoledì, 17 giugno 2020 11:23)
Senti un po' ma chi te l'ha data la pistola.
cittadino incazz.......... (mercoledì, 17 giugno 2020 12:49)
gia le cose vanno cosi'. "poveri noi "