Il costo più gravoso del trattamento dei rifiuti?
La raccolta e smaltimento della frazione organica.
Lo sa bene il presidente della
Saf Lucio Migliorelli. È proprio lui a rassicurare che “presto daremo una risposta concreta, risolutiva e definitiva” al problema. Sul tavolo c’è già il piano industriale che trasformerà radicalmente la gestione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Frosinone.
Oggi la frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata viene inviata in impianti al Nord Italia e per ogni tonnellata la spesa, attualmente, è di 125 euro, ma destinata a salire a 140. Tuttavia, sono i costi di smaltimento dei rifiuti indifferenziati ad essere più alti e più impegnativi sia per i comuni che per la Saf.
Una tonnellata di indifferenziato costa 139 euro ai quali si devono aggiungere altri 21 euro di benefit ambientale a favore dei comuni che ospitano impianti. La Saf anche in questo caso, per calmierare le tariffe a carico delle amministrazioni ha ridotto di 7 euro l’importo complessivo in tariffa, per cui ogni tonnellata costa 153 euro invece di 160.
Il rifiuto indifferenziato, che dopo la lavorazione in parte va in discarica e in parte al termovalorizzatore, costerà nel tempo sempre di più.
Ecco perché una raccolta differenziata sempre più estesa sul territorio è la soluzione più efficace per ridurre sia gli impatti ambientali, sia i costi del servizio a carico dei cittadini.
Ed è del tutto evidente che la provincia di Frosinone deve dotarsi di impianti per trattare le tonnellate di umido provenienti dalla raccolta differenziata. “Quella tipologia di rifiuto è una ricchezza.
Dalla sua lavorazione si ottiene bio - metano e ciò che ne resta diventa compost prezioso per gli usi agricoli.
Il fatto che spediamo questo materiale fuori provincia – dice Migliorelli – comporta una spesa per il trasporto e mancato guadagno che potremmo invece ricavare con la disponibilità di uno o più piccoli impianti insediati in Ciociaria.
Parlo di impianti a emissioni pari allo zero, a elevatissima sostenibilità ambientale, come quelli di Padova e Trento che garantiscono lavoro e alimentano l’economia locale senza impattare sulla qualità dell’aria e sul territorio”.
Ma il piano industriale, fortemente innovativo, inciderà anche sull’indifferenziato. Con la trasformazione dell’impianto di Colfelice in Fabbrica dei Materiali.
In settimana è arrivata la prima autorizzazione della Regione Lazio agli interventi che riguardano gli edifici dove si svolge la fase della bio – stabilizzazione del rifiuto per investimenti pari a 1 milione di euro.
“Il primo passo della profonda trasformazione del sito di Colfelice dove al posto del Tmb entreranno in funzione le nuove linee di selezione e separazione dei rifiuti. Saremo presto in grado di recuperare percentuali altissime di plastiche, carta, cartone dal rifiuto indifferenziato conferito in stabilimento”.
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