Intensa, carnale, ironica, malandata e irriverente.
Sono solo alcune delle sfaccettature di Antonella Petrone.
Protagonista indiscussa, per bravura e verosimiglianza, dello spettacolo teatrale "Dio arriverà all’alba".
Al teatro Nestor di Frosinone, il regista Antonio Nobili ha voluto celebrare il decennale dalla scomparsa della celebre poetessa Alda Merini. Uno spettacolo accorato, divertente, commovente ed emozionante.
Si ripercorrono gli ultimi anni di vita di Alda, che vive nella sua modestissima casa popolare di Milano, lungo i Navigli. Con la sigaretta sempre accesa, quasi che il fumo sia la sua musa ispiratrice. Noi ridiamo, scherziamo, ci emozioniamo con lei, ma ci sentiamo anche compartecipi del suo struggente dolore.
Il dolore della donna, per le terribili esperienze in manicomio, raccontate però con leggerezza.
Il dolore della madre per la separazione dalle quattro figlie.
E poi l’amore… che ella stessa si è sempre negato.
A questo proposito si intersecano due storie d’amore, una tra Anna (la governante vicina di casa) e l’imbranato Arnoldo; l’altra tra la stessa Alda e il giovane Paolo, giunto a Milano da Roma per intervistare la poetessa.
Tra i personaggi fa capolino la bambina, la fanciullina, l’anima di Alda Merini, così diversa dalla donna rude, dai modi diretti e bruschi che interagisce con il mondo esterno.
La bambina non rappresenta solo l'impulso poetico vivificatore della poetessa (è lei che, sin dall'inizio dello spettacolo, scrive sotto dettatura le sublimi poesie di Alda sul "muro degli angeli"), ma è anche la personificazione della fragilità di Alda Merini, la sua vena poetica mai sopita, il suo io più intimo che lei, forse maldestramente, ha deciso di seppellire dentro di sé. Il suo io profondo riesce a nascondersi a tutti ma non a Paolo. Solo lui salta tutte le barriere ed ascolta quella voce.
Solo lui riesce ad entrare in contatto con l’anima della Merini.
Così nasce quella vicinanza, quella “corrispondenza di amorosi sensi” che inevitabilmente porta al sentimento. E proprio attraverso il sentimento Alda disvela la propria interiorità.
Quindi rivivono in lei i tormenti, il disordine spirituale e materiale, ma anche la sua intensa voglia di vivere e di amare. Ad emergere tuttavia è anche la sua follia che la porta a vedere e a parlare con la sua anima (la sé stessa bambina) ma che la spinge a dare una chance all’amore, a tentare di lasciarsi andare.
L’amore le dà il coraggio anche di ricucire i rapporti con le figlie da lei stessa date in adozione.
Insomma tanti aspetti di Alda, tanti spunti di riflessione, tante emozioni in un solo spettacolo.
Il tutto in una scenografia incorniciata da pochi e semplici oggetti (una poltrona, un tavolino, un televisore, una parete su cui scrivere) sistemati alla rinfusa, perché il disordine è un appiglio confortante, che illude Alda di non essere sola, che ci sia qualcun altro che ogni sera siede a mangiare insieme a lei.
Il disordine degli spazi riflette il suo stesso disordine interiore, che è per lei l’unica dimensione in cui riesce a rassettare le intricate matasse dei suoi pensieri.
Interpreti della Compagnia TeatroSenzaTempo
Antonella Petrone (Alda Merini)
Valerio Villa (Paolo)
Davide Fasano (Arnoldo Mosca Mondadori)
Virginia Menendez (Anna)
Alberto Albertino (dott. Gandini)
Sharon Orlandini (anima bambina della poetessa)
Regia Antonio Nobili
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pulp (giovedì, 10 ottobre 2019 21:57)
Il miglior spettacolo teatrale degli ultimi due anni al Nestor.
Complimenti a tutta la Compagnia e al ciociaro Antonio Nobili.