Insulti e sputi agli avvocati. Minacce e, per poco anche aggressioni fisiche.
È quanto accaduto all’uscita del tribunale ai difensori degli imputati nel processo Morganti.
Gli avvocati sono stati rincorsi da familiari ed amici di Emanuele.
Insoddisfatti della sentenza se la sono presa con i legali. A loro in particolare arriva ora la solidarietà della camera penale di Frosinone che ricorda come la funzione difensiva è “vòlta a garantire il rispetto dei diritti di tutti i cittadini, funzione imprescindibile nello Stato di diritto, garantita dalla Carta costituzionale”.
Nello stesso tempo viene condannata l’aggressione. La Camera penale “deplora fermamente gli incresciosi episodi verificatisi dopo la lettura della sentenza nel processo per la morte del giovane Emanuele Morganti ed esprime vicinanza e solidarietà ai Colleghi del collegio difensivo, pur nel rispetto del dolore della famiglia Morganti ed, anzi, apprezzandone la dignità e compostezza”.
Anche l’Ordine degli avvocati di Frosinone presieduto dall'avvocato Vincenzo Galassi ha voluto prendere posizione sui gravi episodi che hanno visto coinvolti gli avvocati Bruno Giosuè Naso, Angelo Bucci, Massimiliano Carbone e l'avvocato Ilaria Angelini.
Quest’ultima è stata raggiunta da uno sputo da parte di uno dei parenti del povero Emanuele.
Nel verbale si legge che “nel rispetto del dolore per la tragica scomparsa del giovane Emanuele Morganti ed apprezzando la dignità e la compostezza dei suoi familiari, preso atto degli incresciosi episodi di cui sono stati oggetto colleghi del collegio difensivo all’esito della lettura della sentenza il COA (consiglio dell’ordine degli avocati) esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi non essendo tollerabile nessuna forma di aggressione nei confronti di chi esercita una funzione garantita della Costituzione”.
Per la cronaca va detto comunque che nessuno dei legali della difesa ha deciso di perseguire penalmente il comportamento degli aggressori. Tutti si sono detti vicino ai familiari comprendendo l'immane dolore che provano per la morte del loro ragazzo.
Hanno anche tenuto a ribadire di non aver mai perso di vista il rispetto per Emanuele e di non aver mai sottovalutato che stavano portando avanti un processo dove un giovane di soli venti anni per una tragica fatalità aveva perso la vita.
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