Omicidio di Serena Mollicone.
Richiesta di rinvio a giudizio per cinque persone.
Per quattro di loro l’accusa è di concorso in omicidio.
Si tratta del
maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca comandante della stazione carabinieri di Arce. La moglie, la signora Annamaria ed il figlio Marco. Concorso in omicidio anche per il maresciallo Vincenzo Quatrale.
Quest’ultimo sarebbe anche accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Richiesta di rinvio a giudizio anche per l’appuntato Suprano per il reato di favoreggiamento. È quanto scrive la procura della repubblica presso il tribunale di Cassino che così chiude definitivamente le indagini sull’omicidio della 17enne di Arce.
Secondo il magistrato ci sarebbero quindi prove sufficienti per sostenere l’accusa di omicidio nel processo che vedrà imputate le persone di cui sopra.
Il Primo Processo. La richiesta di Archiviazione. Poi l'utilizzo delle tecniche d'avanguardia e la svolta delle indagini
Il primo processo si era fermato nel 2006 con l’assoluzione del carrozziere Carmine Belli (in foto).
Cinque anni dopo fu iscritto nel registro degli indagati proprio il comandante della stazione carabinieri. Tantissimi gli accertamenti tecnici svolti. Sul DNA, dattiloscopici, botanici.
Furono comparati i profili genetici di centinaia di persone. Per mancanza di prove certe però la procura aveva richiesto l’archiviazione.
Poi la svolta con l’applicazione di tecniche di avanguardia. La riesumazione del cadavere della povera Serena. Alla fine la procura si dice convinta che “Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce, con una spinta contro una porta”.
Sempre secondo la procura sarebbe stata accertata anche la compatibilità tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il Capo della vittima ed il legno della porta; ed anche con il coperchio della caldaia della caserma (in foto).
Lo stesso brigadiere Santino Tuzi nel 2008 dichiarò di aver visto Serena entrare in caserma il primo giugno del 2001 e di non averla più vista uscire.
Proprio il suicidio del brigadiere avvenuto pochi giorni dopo è ritenuto essere in stretta relazione con la morte di Serena. Rintracciata pure una conversazione del maresciallo Quatrale che invitava il brigadiere a ritrattare la sua versione. In questi anni la procura ha ascoltato 118 testi. Effettuate rogatorie in Francia, Polonia e nella Stato del Vaticano.
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