Sui rifiuti di Roma si sono aperti i giochi della politica.
La decisione del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti (di smaltire l’immondizia romana nei territori laziali) ha fatto sollevare le proteste.
Nessuno vuole i rifiuti altrui. E la politica ha trasformato la vicenda in una guerra di tutti contro tutti. Il sindaco di Frosinone ha attaccato non solo il presidente della regione ma anche quello della Saf la società che gestisce l’impianto di Colfelice.
Quest’ultimo, secondo Ottaviani, sarebbe d’accordo a lavorare i rifiuti di Roma perché l’operazione porterebbe soldi alla Saf. Ma il presidente Migliorelli risponde stizzito: “La Saf non fa business” dice.
Pur trattandosi di una società per azioni a totale partecipazione pubblica la Saf “è amministrata in ossequio ai criteri di economicità, continuità, autonomia ed efficienza. Ricordo quando il sindaco del capoluogo venne in assemblea, l'anno scorso, ad asserire che la Saf era una società tecnicamente fallita.
A distanza di un anno riproponiamo un utile importante e livelli di affidabilità invidiabili per un’azienda operante nel settore dei rifiuti”.
La risposta agli attacchi del sindaco non si limita a difendere la Saf ma contiene anche un contrattacco sulla qualità dell’aria di Frosinone. Più che un coltello nella piaga visto che sull’inquinamento atmosferico il capoluogo è da anni rappresentato tra le prime posizioni in Italia.
“Non invidio Nicola Ottaviani – Dice Migliorelli - che si trova ad amministrare una delle città più inquinate d’Italia come qualità dell'aria, senza che il passare degli anni abbia migliorato tale posizione non certo invidiabile”.
Insomma si parte dai rifiuti romani per sparare su tutto e tutti.
Migliorelli inoltre difende l’operato Saf volto alla “tutela ambientale” e “senza peraltro chiedere apporti economici ai soci”. I soci sono appunto i comuni della provincia che usufruiscono dell’impianto di Colefelice.
Tra l’altro, dice sempre Migliorelli lo stesso impianto “dopo l'approvazione da parte dei soci del Piano Industriale 2018 – 2022, si avvia verso un processo di ammodernamento che rivoluzionerà gli attuali sistemi di trattamento dei rifiuti in Ciociaria e che trasformerà il Tmb in moderna Fabbrica delle Materie.
Una rivoluzione che è stata deliberata dall’organismo sovrano della Saf, cioè da quella assemblea dei sindaci che, appena un anno fa, autorizzò la società a ricevere e trattare una minima parte dei rifiuti prodotti dalla Capitale i cui scarti, ritengo opportuno ribadirlo, dopo la lavorazione tornano a Roma, per la precisione nella discarica di Colleferro”.
Ottaviani quindi vorrebbe solo “Evocare l’incubo del disastro ambientale e sanitario”. Il sindaco di Frosinone però chiama a raccolta tutti i suoi colleghi per votare contro la decisione di Zingaretti poiché l’emergenza sarebbe solo fittizia.
“Il no ai rifiuti provenienti da Roma – dice Ottaviani - è un voto contro una finta emergenza che viene invocata dalla Capitale ogni estate, pur sapendo bene che, in assenza di programmazione su discariche e siti, si arriva sempre a portare i rifiuti nelle altre province del Lazio, e soprattutto a Frosinone.
È come se un malato, per 11 mesi all’anno, non si curasse con i farmaci prescritti dal proprio medico ma, allo scattare del dodicesimo mese, si recasse al pronto soccorso, dicendo di essere stato colpito da un improvviso abbassamento dei propri valori”. Un attacco che coinvolge quindi non solo il presidente della regione ma anche il sindaco di Roma.
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Grande Ottaviani!!! (martedì, 16 luglio 2019 12:15)
Se poi aggiungiamo che il pronto soccorso sarebbe quello dei ciociari il gioco è fatto.
Roma non paga nulla e ci pensano i burini a tutto.
Mah! (martedì, 16 luglio 2019 12:24)
Se poi aggiungiamo che l'altro pronto soccorso, quello reale, è sotto la gestione di santa romana il quadro dovrebbe essere completo, oppure c'e' bisogno d'altro.
Se poi aggiungiamo pure che prima si votano certe persone e solo il giorno dopo facciamo i comitati per avere quello che dovrebbe esserci dovuto, credo che ci aspetteranno tempi ancora più difficili.
Se poi aggiungiamo che il prossimo 23 luglio saranno chiamati iscritti e simpatizzanti a votare vedremo su quali prospettive verrano presi gli impegni e vedremo pure se tra i votanti ci saranno anche quelli che sostengono i comitati.