Aggredita, stuprata e uccisa.
In primo grado l’omicida, reo confesso, prende l’ergastolo, poi in appello pena ridotta a venti anni.
Ora la cassazione conferma: solo 20 anni per chi ha stuprato ed ucciso la professoressa Gilberta Palleschi.
Secondo i giudici della suprema corte la sanità mentale dell’imputato non deve essere provata al cento per cento. Se esiste solo un dubbio si deve sentenziare a suo favore. E così Antonio Palleschi (non è parente della vittima) può usufruire di uno sconto di pena.
Tra l’altro, una volta dichiarato non sano di mente potrà essere rinchiuso in una rems, struttura sanitaria per chi ha commesso reati essendo affetto da disturbi mentali. La famiglia di Gilberta è su tutte le furie. I familiari hanno dichiarato di voler restituire la tessera elettorale e di non credere più alla giustizia.
La donna aveva 57 anni il primo novembre del 2014 quando venne aggredita dal suo assassino. Stava facendo jogging lungo le sponde del fiume Fibreno a pochi passi da casa. Antonio Palleschi era un suo vicino.
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cittadino incazz.......... (martedì, 19 marzo 2019 14:28)
certo la vita di una persona vale solo 20 anni di carcere ? quell'animale doveva marcire in carcere. lo credo bene che i genitori di Gilberta sono arrabbiatissimi i Giudici se volevano dare una pena esemplare lo dovevano consegnare alla famiglia di lei poi vediamo quale era la pena giusta per questo animale.
Rems (martedì, 19 marzo 2019 22:31)
Altro che rems a su fenomeno