Maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti della moglie e della figlia.
Il giudice del tribunale di Frosinone lo condanna a sei anni di reclusione più
un risarcimento danni di 130 mila euro. La vicenda che ha fatto scattare le manette per G.A. (l'uomo è ancora detenuto in carcere) un operaio di 52 anni di Ferentino risale al giugno dello scorso anno quando l'uomo massacrò di botte la moglie che si era dimenticata di comprargli un fiasco di vino da mettere a tavola.
A salvare la donna alcuni vicini di casa che spaventati dalle urla che provenivano da quell'appartamento avevano allertato i carabinieri i quali avevano fatto scattare le manette nei confronti dell'operaio. Ma sapere che il genitore era detenuto aveva portato la figlia minorenne a presentare nei suoi confronti una denuncia per violenza sessuale.
La ragazzina aveva raccontato al magistrato inquirente che il padre sovente soprattutto quando stava a letto le infilava le mani nelle mutandine palpeggiandola nelle parti intime. Per questo motivo il giudice ha raggruppato nella giornata di ieri i due procedimenti penali pronunciando la sentenza di condanna.
L'uomo era stato giudicato con il rito abbreviato. La moglie che si era costituita parte civile era difesa dall'avvocato Sonia Sirizzotti, mentre l'imputato era rappresentato dall'avvocato Antonio Ceccani del foro di Frosinone. Il legale ha già preannunciato che avverso questa sentenza presenterà ricorso.
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