Vuoi Mangiare? Lavora!

la donna, una 35enne albanese, doveva caricare sulle spalle sacchette di cemento e mattoni pesanti. Queste le condizioni imposte dal coniuge se voleva mangiare. Ma dopo anni di quel lavoro massacrante, non ha più resistito e si è rivolta ad centro di accoglienza per chiedere ospitalità per lei e per i suoi bambini che sono ancora molto piccoli.

La vicenda che ha coinvolto la 35enne risale a circa dieci anni fa quando il marito che l'aveva conosciuta in Albania aveva deciso si sposarla. La ragazza sperava con quel matrimonio di cambiare le sue condizioni di vita molto disagiate.

Invece era caduta dalla padella alla brace: il marito pretendeva che lavorasse nel cantiere proprio come facevano gli altri operai. Se voleva mangiare doveva guadagnarselo con il duro lavoro.

Secondo quanto raccontato dalla donna agli operatori che adesso si stanno prendendo cura di lei, il coniuge non aveva avuto pietà nemmeno quando era rimasta incinta dei suoi due bambini. L'uomo infatti aveva preteso che a sostituire la moglie nei lavori di manovalanza fosse stata la suocera.

La trentacinquenne aveva vissuto anni di inferno. Poi però qualcuno che sapeva delle condizioni disumane in cui era costretta a vivere, le aveva parlato di un centro antiviolenza che si occupava proprio di donne maltrattate.

E la giovane straniera allo stremo delle forze, si era fatta coraggio e di nascosto del marito aveva bussato a quella porta portando con sé anche i suoi due bambini. A trentacinque anni sembrava già che ne avesse cinquanta.

Quelle mani martoriate dalla fatica facevano impressione solo a guardarle. I volontari del centro si sono subiti adoperati per prestare aiuto alla donna. Al momento l'albanese vive in un luogo protetto. Il marito è stato denunciato per maltrattamenti in famiglia.