Sei testimoni oculari hanno raccontato in aula le ultime ore di Emanuele Morganti.
Il giovane massacrato di botte ad Alatri davanti al disco pub Mirò.
I sei testi hanno rivissuto i momenti di quando Emanuele si
trovava ancora all’interno del locale e poi in piazza quando il giovane è stato aggredito. Testimonianze d’effetto, dinanzi alla famiglia Morganti sempre presente in aula.
I testi però sono stati messi in difficoltà dagli avvocati difensori che hanno sottolineato come il racconto in udienza sia stato più pieno di particolari rispetto invece ai verbali stilati nell’immediatezza dell’omicidio.
"Ho visto Paolo Palmisani e Mario Castagnacci prendere a calci Emanuele dentro il locale". E' stata questa la testimonianza shock di una lavorante del Mirò.
La ragazza ha riferito alla corte che quando il buttafuori aveva cacciato Emanuele dal locale, la rissa era già in atto. La giovane ha raccontato di aver visto Paolo Palmisani salire su un tavolo e schizzare i presenti con una bottiglia di spumante.
La teste ha ricordato che entrambi gli imputati erano usciti dal locale spontaneamente senza la costrizione degli addetti alla sicurezza.
A raccontare alla corte di aver visto alcuni ragazzi che spintonavano Emanuele un altro testimone che quella sera era uscito dal pub per prendere una boccata di aria. A detta del testimone Emanuele era accerchiato almeno da dieci soggetti.
Tutte le persone che questa mattina sono state chiamate a testimoniare hanno riconosciuto nei quattro imputati le persone che quella sera del 24 marzo del 2017 si trovavano all'interno del pub Mirò di Alatri.
Altra testimonianza molto incisiva quella di una ragazza di 26 anni di Frosinone che si era recata nel locale con due sue amiche. La giovane ha raccontato alla Corte che Franco Castagnacci aveva cominciato a molestarla toccandole i capelli. Quando però aveva saputo che era figlia di un ispettore di polizia aveva desistito.
A seguito di questa testimonianza Paolo Palmisani che insieme a Mario e Franco Castagnacci e Michel Fortuna è accusato di omicidio volontario in concorso, ha voluto rendere delle dichiarazioni spontanee dicendo che quella ragazza lo conosceva molto bene, tra loro addirittura c'era stata una relazione, dunque quella testimonianza era inattendibile. La giovane ha respinto tutte le accuse dicendo che ad essersi invaghita di lui era una sua amica e non lei.
Prossima udienza il 21 novembre. In questa data verranno calendarizzate tutte le udienze fino a marzo del 2019. Nel collegio difensivo gli avvocati Bruno Giosuè Naso, Marilena Colagiacomo, Cristian Alviani, Angelo Bucci e Massimo Carbone, Per la parte civile gli avvocati Enrico Pavia e Pietro Polidori
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Pi (martedì, 06 novembre 2018)
Il massimo della pena per i responsabili e senza possibilità di uscire per buona condotta, io personalmente impiccherei i responsabili