Il peperone di Pontecorvo è denominato “Cornetto” e si presenta intero e trilobato, di forma cilindro-conica allungata con possibili striature verdi.
La sua buccia (cuticola) è più sottile rispetto ad altre varietà.
L’area geografica di produzione di questo prodotto è rappresentata dall’intero territorio del comune di Pontecorvo, nella valle del fiume Liri, in provincia di Frosinone e parte di altri contigui territori come Esperia, S. Giorgio a Liri, Pignataro Interamna, Villa S.Lucia, Piedimonte S.Germano, Aquino, Castrocielo, Roccasecca e San Giovanni Incarico, così come previsto dal disciplinare DOP.
Le condizioni pedo-climatiche dell’area di produzione e la qualità della pianta rendono questo peperone sapido, gustoso e di facilissima digeribilità.
Ogni anno a Pontecorvo si celebra una rinomata e frequentatissima sagra. Quest’anno invece i peperoni hanno subìto notevoli danni causati dalle condizioni metereologiche dell’annata agraria e qualche violenta grandinata.
Alessandro Mirante, giovane e coraggioso coltivatore pontecorvese, ce ne parla con grande rammarico e una leggera velatura agli occhi: “Il peperone, quello coltivato in campo aperto è irrimediabilmente distrutto per causa della grandine.
Forse – continua Alessandro – recupereremo qualcosa nel corso della prossima e finale raccolta. Ma sarà un prodotto ben diverso da quello che conosciamo”.
Per fortuna la situazione descritta non riguarda tutti i produttori come ci conferma il presidente del consorzio di tutela del peperone di pontecorvo Dop Luigi Castrechini: "I peperoni a Pontecorvo ci sono e per fortuna alcune aziende non hanno subìto danni rilevanti rispetto alle bufere e grandinate susseguitesi negli ultimi 20 giorni.
Le stesse aziende stanno certificando, confezionando e vendendo peperoni di Pontecorvo Dop".
Sempre lo stesso Castrechini sottolinea come anche il peperone di serra è da considerarsi peperone Dop.
"Da sperimentazione effettuata su campo e conseguente analisi del dipartimento di farmacologia dell’università “La Sapienza” di Roma scaturisce che il prodotto coltivato in campo e il prodotto coltivato in serra non presentano sostanziali differenze. Anzi proprio la coltivazione in serra potrebbe essere la salvezza nell’ottica di una più certa produzione futura".
“In funzione di questo - spiega Castrechini - il consorzio sta provvedendo ad acquisire tutti gli elementi necessari e attestazioni di enti preposti, quali università di Viterbo e “La Sapienza” di Roma per chiedere un'integrazione al disciplinare".
Al lettore curioso e appassionato, potrà interessare la consultazione dello stesso disciplinare che illustra le regole della coltivazione e della produzione. (www.ilpontecorvese.it/DISCIPLINARE_Peperone_di_Pontecorvo.pdf)
Mauro Granieri
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Pi (mercoledì, 12 settembre 2018 05:08)
Forza pontecorvo