È bastato uno zero in meno a far lievitare i costi per la fornitura di prodotti monouso.
Secondo la Procura non si sarebbe trattato di un errore casuale, ma di una omissione voluta per avvantaggiare una ditta appaltatrice, in danno dell’Asl di Frosinone.
Per tale motivo cinque persone il 14 settembre prossimo dovranno comparire davanti al giudice per le udienze preliminari per rispondere a vario titolo dei reati di truffa, falso e frode nelle pubbliche forniture.
Tra queste l'ex economo dell'Asl in servizio fino al 2014; due dirigenti della stessa Azienda, il titolare di una ditta appaltatrice di Monte San Giovanni Campano e l'amministratore di fatto della stessa società e che aveva poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione dal 2009.
La frode, secondo la procura, sarebbe stata messa in atto nei contratti di fornitura di prodotti monouso. In che modo? Attraverso l’omissione di uno zero nella cifra decimale. In questo modo il prezzo sarebbe lievitato enormemente.
Tanto per fare un esempio. Il prezzo fissato nell’appalto per i bicchieri monouso era di 0,008 euro. Alla ditta appaltatrice, però, i bicchieri venivano pagati ad un prezzo pari a 0,08. Uno zero in meno appunto che ha comportato una spesa dieci volte superiore.
Alla ditta appaltatrice sarebbe addebitato un ingiusto profitto quantificato in circa 89mila euro tra il 2010 e il 2014. Contestata anche la fornitura di tovaglioli di carta pagati sempre alla stessa ditta 0,095 euro l’uno, sempre con un zero in meno nella cifra decimale.
Il profitto ritenuto ingiusto dalla Procura e che riguarda sempre gli stessi anni sarebbe di 159mila euro. Per la cronaca va detto che la ditta appaltatrice nel caso dei bicchieri monouso, avrebbe già restituito parte del denaro incassato indebitamente, dopo la costituzione in mora della Asl avvenuta nel 2015.
Scrivi commento
Quando si dice... (martedì, 11 settembre 2018 14:08)
... lo zero non vale niente.
Birbaccioni...