Sudamerica in Autostop

I viaggi in autostop non si fanno più.

 

Nuove tecnologie hanno soppiantato il fascino del viaggio ai bordi delle strade d’Europa, con giornate intere in attesa di un passaggio col pollice alzato, con sole, pioggia e vento a tenere, sovente, compagnia.

 

Intere generazioni negli anni ’70 e ’80 sono cresciute con questo mito, che spesso era l’unico modo per conoscere il mondo.

Per tutti è finita, ma non per Gabriele (in foto), un giovane ciociaro di S.Giorgio a Liri, che a novembre del 2017 è partito dall’Italia e dopo una sosta in Germania, via per il Sudamerica, dove ha iniziato un incredibile viaggio durato ben 7 mesi.

 

Solo con l’autostop e in qualche caso con mezzi pubblici, compreso motonavi sul Rio delle Amazzoni.

 

Ha iniziato dal Messico, per l’esattezza da Cancun per poi avventurarsi nello Yucatan dei siti archeologici Maya; poi nella zona di Quintanaroo e Tulum, dove si è soffermato per diversi giorni in uno dei posti più belli incontrati durante il viaggio: la Laguna dei 7 colori e poi, Isla Bonita, ai confini col Belize o Puerto Escondido sul Pacifico.

 

Ha attraversato lo stato del Chiapas, dove persistono ancora tensioni col governo centrale per via del proliferare delle piantagioni di palme per la produzione dell’olio. Dopo il Messico, il Guatemala dove ha visto i 2 vulcani attivi di Atitlàn, sacri ai Maya.

Quindi ha proseguito con non poche difficoltà verso El Salvador, Honduras, Nicaragua, dove ha rischiato il naufragio a causa di un’improvvisa tempesta sulla costa caraibica nei pressi di Little Corn Island vicino la città di Bluefields.

 

Proseguendo verso sud, ha attraversato lo stato di Panama e le immense colture di banane Chiquita per approdare, sempre con passaggi di fortuna, nella meravigliosa e immensa Colombia dove si è fermato per ben due mesi, in particolare nella fascinosa città di Guatapè dove ha lavorato in uno straordinario atelier per la lavorazione degli smeraldi.

 

Da lì l’Amazzonia è a un passo (si fa per dire). Questa è stata l’ultima incredibile tappa del nostro Gabriele. Dalla città di Leticia sul Rio delle Amazzoni parte l’ultima parte del viaggio. Uno scenario mozzafiato, l’immensità del fiume, il caldo, le continue piogge.

 

Saltano gli schemi normali del viaggiatore, immerso totalmente in un'altra dimensione. L’ultima parte del percorso, tutta sul grande fiume: un mese di viaggio, con varie soste, 3000 km fino alla costa atlantica del Brasile. Molte domande si vorrebbero fare a Gabriele, sintetizziamo:

Durante questi 7 mesi hai mai avuto paura?

 

Si, in due circostanze. La prima nel mese di febbraio mentre eravamo in Messico, c’è stata una violenta scossa di terremoto di 5,8 gradi di magnitudine nella zona di Huatulco, Stato di Oaxaca che ha creato tantissimi danni alla città (già colpita nel 2017), ma noi eravamo appena partiti. La seconda, in Nicaragua, dove nel mese di aprile ci sono state violente proteste contro il governo per i tagli alle pensioni e gli scontri di piazza hanno causato circa 300 morti, ma anche in quel caso noi avevamo appena varcato la frontiera.

 

I luoghi più belli visitati?

 

Tantissimi, tra questi i Cenote nello Yucatan, voragini immense diventati laghi profondissimi, collegati tra loro da canali sotterranei, quasi tutti ancora da esplorare, le foreste pluviali del Costarica, set naturale del film Jurassic Park, la città di Medellin in puro stile coloniale spagnolo e infine, sulla costa atlantica del Brasile le lagune nella sabbia di Lencois Maranhenses, uno spettacolo straordinario.

 

Quale sarà la prossima meta?

 

Adesso mi riposo un po’, poi torno in Germania a Berlino dove lavoro come scenografo per l’allestimento di grandi eventi e poi si vedrà. La Terra è così grande e bella, voglio esplorarla tutta.

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Commenti: 1
  • #1

    Bravo!!! (sabato, 11 agosto 2018 22:16)

    Mi piacerebbe sapere di che campi però...