È stato sventato il bieco tentativo di distruzione di quel polmone verde.
Salvata quell’oasi floro-faunistica che insiste a ridosso dello stadio Stirpe.
La strada di accesso per le squadre degli ospiti cambia percorso e dislocazione.
Bisognerà ricominciare tutto da capo con studi preliminari, progetto, relazioni, valutazioni, computi metrici,ecc.
Dopo questo nuovo lavoro, e solo allora, si saprà se l’opera pubblica potrà essere realizzata. Bene, la spinacacia – preziosissima essenza boschiva – è salva. Ovviamente resta salvato e salvaguardato anche il lussureggiante sottobosco. Te pare niente!
Dopo anni di devastazione del suolo, con costruzioni edificate su spiagge, scogliere, alvei fluviali, aree demaniali, inalveazioni artificiali (fosso Cenicia e fosso del Ferro), abbattimento di centinaia e centinaia di querce (vedasi la primordiale via Vado del Tufo), finalmente qualcuno si impone per il rispetto dell’ambiente.
A scanso di equivoci sia ben chiaro che noi che scriviamo siamo per la tutela e la salvaguardia di quel poco di verde che ci resta. Non fosse altro se non per ripetere la dolorosissima e permanente ferita inferta al territorio cittadino quando, molto tempo fa, decine e decine di migliaia di metri cubi di pietrisco, sommersero i terreni più fertili dell’agro frusinate (“i quarti” e “le cannavicce”, “selva dei muli” e “la mola dei frati”), rendendoli sterili, infecondi e improduttivi in modo permanente.
Per chi non avesse capito, stiamo parlando della estesa piana del Sacco ove si trova oggi la c.d. “Area Industriale”. Vabbè, dice, ma mò che stai a ricaccià! E niente! Sto a ricaccià quell’esempio e cioè che quando la signora è moribonda e la scienza non può più fare niente per mantenerla in vita, è inutile che la porti dal parrucchiere! Comunque, per concludere, meglio un frattone salvo che niente.
E anzi, visto che siamo, prendiamo spunto per una necessaria segnalazione inerente il tema in argomento.
C’è un atro frattone ai limiti dello scalo Cotral in piazza Pertini (in foto) ormai trasformato in un orinatoio, un vespasiano a cielo aperto, un cagatoio en plen air ad uso di una stanziale comunità di… “diversamente italiani”.
A parte i dannosi effetti di una concimazione basata sulla somministrazione di deiezioni umane, si cerchi di salvaguardare il frattone e, soprattutto, l’educazione civica e il decoro urbano.
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Luciano Bracaglia (sabato, 28 luglio 2018 11:33)
I fosse ca fosse la uota bona che se cumencia a defende gl'ambiente ca neciune respetta...!!!
Uiaua le sovrintendenze i abbasse tutte chiglie megliardarie ca pensene sule a defende le saccoccie seie i nen ce ne frega 'ncazze de gl'ambiente.... de ll'aria, dell'acqia i della terra... #ESTINSIONESUBITO
X luciano (sabato, 28 luglio 2018 21:06)
Credo che la ridicolaggine e la mancanza del buon senso delle istituzioni stanno distruggendo non solo l’ambiente ma il nostro paese. Io
Stefano Ceccarelli (domenica, 29 luglio 2018 22:45)
Non è questione di spinacacie o foreste amazzoniche: l’imperativo oggi è fermare il consumo di suolo!
Gabriele De Bernardis (martedì, 31 luglio 2018 13:37)
"Calcio, oppio dei popoli"!