20 giugno 2018. Giorno festivo per i frusinati.
Uffici chiusi, comune in ferie, banche e negozi mezza giornata, e via dicendo.
È la giornata della festa (bi)patronale per la città di Frosinone, che non si fa
mancare niente. In questi giorni festeggiamenti a non finire. Oltre la serie A anche il fatto di avere una coppia celeberrima di patroni: Silverio e relativo padre Ormisda.
Il locale Vicarius Christi, mons. Spreafico vescovo frusinate, da sempre accompagna e presiede la tradizionale e striminzita processione che si svolge nel centro storico della città.
E non manca probabilmente, sempre il Vescovo, di interrogarsi sulla scarsa partecipazione di fedeli e disaffezione che questa città nutre nei confronti dei due patroni: niente a che vedere con il profondo affetto che hanno i ferentinati con Ambrogio.
Non c’è disputa con l’alatrese Sisto (in foto).
Non c’è partita con Cataldo (detto Catallo) che protegge gli abitanti di Supino. Vale la pena di indagare il fenomeno.
Perché i cittadini di Frosinone disdegnano Silverio e invece, nutrono un immenso attaccamento e culto per san Gerardo che viene onorato con una processione interminabile, partecipatissima, con donne scalze e ceri pesantissimi e che si svolge sempre su lo stesso percorso?
Un acuto osservatore, titolare del più antico ristorante di via Garibaldi, la racconta così.
“San Silverio rappresenta l’icona santissima delle élite sociali e culturali della ricca borghesia del centro storico”.
Il volgo, la plebe, i suburbani, non hanno accesso al culto e quindi non possono fare, come a Ferentino o ad Alatri, gli “incollatori” (coloro che recano la statua a spalle). Sono i nobili, gli aristocratici e blasonati appartenenti alle storiche famiglie di piazza Santa Maria e zone circostanti che impartiscono tempi, ritmi e procedura della annuale processione.
Il volgo e la plebe, tutt’al più, può passivamente assistere alla religiosa sfilata. Come comparsa. E sempre con il cappello in mano. È qui che San Gerardo compie un ulteriore miracolo ponendosi in sostituzione di Silverio, come protettore degli svantaggiati, dei più umili, degli sfortunati, dei poveri “cristi”, degli sfavoriti.
Ecco perché Gerardo assume quel valore di santo protettore di migliaia e migliaia di frusinati. Ma non della città. È intorno a Gerardo che, anche, avrà vita il più formidabile “oratorio” cittadino. Svago, sport, attività ludiche, campetto di calcio, bocciodromo coinvolgono migliaia di giovani.
I padri Redentoristi che hanno in cura la comunità parrocchiale, arrivano addirittura a somministrare intorno alle cinque pomeridiane, la famosa merenda. Quest’anno la processione non si è svolta per il maltempo e pare naufragare anche il tentativo di ripetere il rito nella prima decade di agosto.
A Silverio resta – cosa da non poco – il tripudio e la grande festa che gli viene tributata per tre giorni dagli abitanti di Ponza (in foto). Luogo dove rese l’anima a Dio il 2 dicembre del 537.
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Michele (martedì, 24 luglio 2018 13:34)
É sempre meglio andare a lavorare
E che dire (mercoledì, 25 luglio 2018 13:59)
La patria dei bifolchi
Cittadina (giovedì, 26 luglio 2018)
Ad onor del vero io sono anni che cerco di andare alla processione ma purtroppo c’è sempre maltempo e viene spostata... che sia più sentito San Gerardo è vero però