La Asl ha disposto la chiusura del Punto di Primo Intervento di Anagni e la sua sostituzione con un ambulatorio denominato PAT, turnato dai medici di medicina generale.
È bastato a scatenare l’ira del sindacato dei medici.
“Non è ammissibile - dicono - lo smantellamento dell'unico reale sistema di emergenza-urgenza a protezione della popolazione del nord della provincia, e la sua sostituzione con un semplice ambulatorio, inutile, rispetto gli ambulatori di medicina generale, ovviamente già esistenti e ben rappresentati ad Anagni come in tutta Italia”.
Lo snami fa anche notare che “dal 4 marzo siamo di fronte ad una giunta regionale senza maggioranza, quindi i partiti non presenti nella giunta di minoranza hanno tutti gli strumenti per ordinare e ottenere il dietrofront alla Regione. Cosi come i sindaci della provincia, tramite la conferenza locale della sanità hanno modo di interdire i vertici Asl”.
Ad Anagni il sistema locale di emergenza è il primo sistema di protezione da assicurare ai cittadini proprio perché l'effetto dei fattori inquinanti, su tutti gli apparati, ma in particolare sull'apparato cardiovascolare, determina un alta incidenza di eventi patologici acuti e drammatici. Nel territorio di Anagni, inoltre, sussistono insediamenti industriali ad alto rischio di eventi, per cui è d'obbligo un presidio dedicato all'emergenza in loco.
È sempre lo snami a ricordare che i “Medici di Anagni hanno notificato alla Asl e ai sindaci il loro documento di contrarietà a questo disegno su Anagni orchestrato dalla Regione e della Asl. Il documento recava il resoconto dei fatti e le congrue motivazioni a sostegno della contrarietà alla chiusura del PPI. Questo è avvenuto nell'ottobre 2017, non nelle ultime settimane”.
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