7 persone arrestate di cui cinque donne.
Da qui si capisce come cambia il ruolo della donna anche nelle organizzazioni criminali dove recitano ruoli sempre più attivi.
In particolare si tratta di un gruppo criminale
capeggiato da due nuclei familiari di etnia rom (SPADA e DI SILVIO) entrambi di Cassino ma con legami di parentela con la criminalità di Roma (Ostia) e Napoli/Caserta. Il gruppo era dedito in maniera sistematica e professionale al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti (del tipo eroina e cocaina).
Base logistica in una zona periferica della città martire, un quartiere assurto agli onori della cronaca per essere diventato un “supermarket” della droga a cielo aperto.
Le indagini hanno avuto inizio nel 2016 sulla scia del clamore mediatico suscitato dalla morte per overdose, nel territorio di Cassino, di alcuni giovani ragazzi ed hanno consentito di accertare come, nel tempo, le due famiglie criminali fossero ormai riuscite a monopolizzare la “piazza di spaccio” dell’intero cassinate, dandosi un’organizzazione ben delineata nella quale spicca il ruolo prevalente svolto dalle donne del clan, incaricate di effettuare personalmente la cessione dello stupefacente ai tantissimi acquirenti che sono stati identificati dagli investigatori.
Alle figure maschili dell’organizzazione, invece, il compito di procurarsi le partite di droga, curando i contatti soprattutto con le limitrofe organizzazioni criminali napoletane e casertane.
I Finanzieri del Gruppo di Cassino ed i Carabinieri della Compagnia di Cassino hanno operato per diversi mesi in maniera sinergica, attraverso investigazioni sia di natura tecnica sia con un costante monitoraggio della piazza di spaccio, effettuando plurimi sequestri di droga nei confronti dei consumatori finali provenienti anche da province limitrofe, molti dei quali di giovanissima età.
Gli ingenti proventi ricavati dall’esercizio del business della droga (Guadagni intorno ai 100 mila euro a settimana) consentivano agli indagati di vivere nel lusso, in una villa all’ingresso della quale sono state rinvenute delle imponenti statue raffiguranti due leoni, simbolo della forza e del potere criminale della famiglia.
L’Autorità Giudiziaria, sulla base degli accertamenti patrimoniali eseguiti dai militari, ha altresì disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni risultati nella disponibilità dei sodali, in particolare: 9 autoveicoli, 17 immobili (di cui 7 fabbricati, 9 terreni e 1 area commerciale), 28 rapporti finanziari, 1 cavallo da corsa. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a oltre 1,2 milioni di euro. Nel corso delle operazioni di perquisizione svolte stamane sono stati altresì rinvenuti e sequestrati ulteriori 8 autovetture e denaro contante per 13.260 euro.
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