Vivono accampati presso la stazione ferroviaria di Frosinone.
Si tratta di una famiglia. Il nucleo familiare è composto da madre e figlio.
Durante la notte dormono tra i sedili della stazione.
La cosa ha attirato l’attenzione di alcuni cittadini che l’hanno segnalata con diversi post anche sulle piattaforme social. "Il Comune di Frosinone – ha dichiarato Antonio Loreto, dirigente del settore welfare – segue già la famiglia da marzo 2017.
Il servizio sociale dell’ente è prontamente intervenuto sin da allora, assegnando a madre e figlio un appartamento in affitto, di cui l’Ente ha pagato le spese. Tale misura, dettata da urgenza e inserita all’interno di un progetto ad hoc finalizzato al reinserimento sociale, ha avuto una durata di tre mesi”.
Gli uffici del comune hanno anche svolto una piccola indagine da cui è emerso che il giovane, seppure nato ad Alatri, è residente a Roma; sua madre, residente nel capoluogo, ha, invece, parenti ad Alatri. Prima della scadenza del contratto abitativo i due sono stati convocati negli uffici del comune insieme alla Caritas.
La soluzione che si era trovata era “l’inserimento del ragazzo all’interno di una struttura di accoglienza a Ceccano e il rientro della signora all’interno del nucleo della famiglia di origine, ad Alatri”.
Entrambe le proposte però sono state rifiutate e madre e figlio hanno interrotto i contatti con l’Ente. “Mi preme sottolineare, però, che la soluzione di accoglienza è tuttora valida – dice sempre Loreto - ci auguriamo che la signora e il giovane accettino di poter usufruire, così, del calore e del conforto di una casa”.
Scrivi commento
MAH (giovedì, 09 novembre 2017 09:17)
SOLUZIONE ?
lettore (giovedì, 09 novembre 2017 14:28)
una soluzione da parte del comune di Frosinone c'è stata, ma non è quella più giusta. E' chiaro che non è stata accettata dalla coppia madre figlio, vi sembra facile andare ad abitare a casa di parenti che forse non hanno mai avuto contatti? vi sembra possibile che madre e figlio si separano andando ad abitare in posti diversi? Fate uno sforzo maggiore pagate meno consulenti e se ritenete di unire la famiglia dategli un appartamento dove possano vivere insieme.
GUI (venerdì, 10 novembre 2017 15:53)
Questa e' gente nostra, se erano profughi avevano vitto alloggio gratis. Dove e' lo stato?
cittadino (sabato, 11 novembre 2017 11:05)
se erano profughi la soluzione gia sarebbe stata trovata. siccome sono italiani si attaccano al palo.