D’Alessandro Contestato

Momenti di tensione al comizio del sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro.

Il sindaco aveva convocato tutti per le 19 in Piazza S.Antonio per chiarire la sua posizione sul caso Acea.

Il sindaco dice la sua verità che, in sintesi, si racchiude in due affermazioni.

La prima è che la madre di tutti gli errori è stata quando il comune, a suo tempo, non fece opposizione alla diffida di Acea, non costituendosi altresì in giudizio nella successiva azione legale.

Per la verità D’Alessandro è stato molto duro affermando che la mancata costituzione si è verificata perché il sindaco di allora (Petrarcone ndr) era in vacanza. La seconda, quando D’Alessandro afferma che – pur di mantener fede agli impegni presi in campagna elettorale – emise l’ordinanza di non cedere gli impianti ad Acea nonostante la sentenza del Consiglio di Stato del settembre 2016 chiudesse definitivamente la partita.

Tale decisione gli è costata, afferma, una denuncia penale ed un esposto alla Procura Generale della Corte dei Conti per danno erariale. Tutto a riprova della sua onestà intellettuale. Adesso cosa fare? Per la verità su questo punto il sindaco è stato piuttosto vago. “Guai a chi tocca i 200 litri al secondo di ristoro, che non è però un ristoro, ma una sorta di corrispettivo al quale non rinunceremo mai”.

Va bene, ma oltre questo? La verità sembra essere che c’è una confusione enorme sul tema. Qualcuno si è spinto troppo avanti e adesso non sa come fare dietro front. Sennò come si spiega la palese contestazione al sindaco dalla piazza? Ormai il dado è tratto. Acea dal 1 luglio ha preso possesso degli impianti e si presume che, dopo aver completato un censimento preciso degli utenti, inizierà ad inviare le bollette così come accade per gli altri 86 comuni dell’Ambito territoriale Ato 5.