“Non ho nessuno da accusare ma certamente bisogna vigilare”.
Questo il monito del vescovo di Frosinone. Proprio dalla diocesi parte infatti un allarme sull’inquinamento della provincia.
Un inquinamento sul quale le mafie fanno affari. Di qui il convegno “Agromafie ed Ecomafie” che si è tenuto a Frosinone e al quale ha partecipato anche il vice ministro alle politiche agricole Andrea Olivero (foto sotto).
“Le mafie vanno contrastate innanzitutto sui prodotti - Dice - Tante sono le truffe che vengono fatte sull’agroalimentare. Per questo il governo sta lavorando, perché vengano riportate in etichetta tutte le informazioni del prodotto.
Le Agromafie infatti sfruttano proprio l’indeterminatezza, la scarsa attenzione. Invece c’è tutta un’agricoltura sana che fa occupazione. Ma c’è bisogno che venga retribuita in maniera corretta”. Un’agricoltura che è stata però distrutta dall’industria che ha, si, creato lavorato, ma spesso ha inquinato e mutato l’ambiente.
“La situazione della valle del Sacco è l’esempio del minor interesse dell’agricoltura rispetto all’industria”. Lo dice Andrea Masullo (in foto a sx) direttore scientifico di Greenaccord la Onlus organizzatrice del convegno. L’inquinamento della Ciociaria “non è una storia che viene direttamente dalle ecomafie ma da un cattivo modello di sviluppo in cui l’illegalità nasce spesso dall’impresa”. C’è però un’alternativa che suggerisce lo stesso Masullo: “Ora dobbiamo fare il contrario di ciò che si è fatto negli anni passati: un’agricoltura che si fa industria. Visto che quei terreni non potranno più essere coltivati si potranno produrre biomateriali per una chimica pulita. Questa è la strada per il riscatto del territorio”.
L’inquinamento del territorio non ha sminuito però i prodotti ciociari che continuano ad essere appetibili.
“La provincia di Frosinone – dice Andrea Baldanza (In foto a dx) vice presidente dell’osservatorio sulla criminalità in agricoltura - sconta la circostanza di avere un parco industriale particolarmente importante e questo incide sull’aumento dei rifiuti. Questo comunque non ha ne svalutato né deprezzato i prodotti Ciociari che restano di grande attrattività non soltanto sul mercato regionale ma anche quello nazionale”.
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