
Uno sgarro legato al traffico della droga. Per questo Maria è stata uccisa prima a colpi di pistola e poi, il suo corpo, dato alle fiamme. Si tratta di una ragazza di 30 anni di Atina, Maria Migliore.
Il suo corpo carbonizzato è stato ritrovato all'interno di una Fiat Doblò, andata a fuoco nella notte tra lunedì e martedì nella periferia di Sant'Antimo, in provincia di Napoli.
Sono stati i carabinieri ad identificare il cadavere e dare il via alle indagini coordinate dal procuratore Francesco Greco del tribunale di Napoli.
Secondo i primi riscontri sarebbe emerso che Maria è finita all’interno di una faida tra bande rivali per il controllo della droga: sarebbe stata uccisa per ritorsione.
I carabinieri hanno fermato un uomo e sua figlia. Il fidanzato di quest'ultima, invece, è stato soltanto denunciato, perché ha collaborato con i militari. I due fermati sono stati immediatamente interrogati. Sentito anche il compagnio di Maria che però non risulta indagato. La vicenda dovrà essere chiarita in tutti i suoi particolari.
Secondo i primi riscontri dei carabinieri Maria si sarebbe allontanata in auto insieme all'uomo e alla figlia. L'uomo ha portato
Maria in una zona isolata e qui l'avrebbe finita a colpi di pistola. Poi la figlia ha chiamato il suo fidanzato che li avrebbe aiutati ad incendiare l'auto (con all'interno il corpo di
Maria) ed a riaccompagnarli a casa.
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