Frosinone. Voce pacata ed accento calabrese, Rosy Canale ha stregato la platea del cinema Arci di Frosinone raccontando storie drammatiche di donne della 'ndrangheda. Donne giovani come lei che, racconta Rosy, non hanno alcuna colpa se sono nate e cresciute in un posto dove la criminalità miete vittime innocenti. Dietro la storia della 'ndrangheda c'è l'umanità delle persone e delle relazioni familiari. Capire questo significa aprirsi in modo diverso a persone come tutte le altre che rispetto ai più fortunati non hanno avuto alternative plausibili al crimine perché la cultura è rimasta legata ad una mentalità arcaica e violenta. L'epicentro del racconto di Rosy Canale, imprenditrice di 40 anni, sopravvissuta al pestaggio degli uomini della 'ndrangheda, è il piccolo centro calabrese di San Luca, 4.000 anime divise tra persone oneste e persone malavitose. Persone per le quali Rosy canale ha cercato di fare qualcosa di concreto. E' lei la fondatrice del Movimento donne San Luca e della Locride.
La drammatica storia di Rosy, sopravvissuta al pestaggio degli uomini della 'ndrangheda che la volevano complice nel traffico della droga, ha colpito le donne di San Luca che si sono strette intorno a lei facendole sentire il loro bisogno di cambiamento e di rivoluzione. Dalle donne, vittime del dolore imposto dal sistema malavitoso, è partito il desiderio di riscatto. Rosy ha messo su una ludoteca con un progetto ambizioso mirato ai minori ma anche agli adulti: avvicinare i genitori, rieducarli e fare in modo che diventassero delle guide per i loro figli. Un progetto partito bene, per venti mesi le donne hanno lavorato alla ludoteca gratuitamente. Poi sono venuti a mancare i fondi, la ludoteca è stata chiusa per una bolletta della corrente non pagata di 387 €. Rosy si è rivolta ai politici per un sostegno economico, tante promesse ma niente di più.
Un progetto per ripartire. Il progetto è finito li interrompendo un cammino di cambiamento per i bambini che non hanno alternative ed esempi da seguire. Rosy ha raccontato che un giorno un bambino di 8 anni si è presentato in ludoteca con una pistola nella cintura del pantalone. L’aveva presa sul tavolo di casa. Questi gli spaccati di una realtà dove la violenza ed il farsi giustizia da soli sono scene quotidiane. Rosy Canale è arrivata a Frosinone per presentare il suo libro che apre alla conoscenza della ‘ndrangheda in un modo che nessuno conosce. Un’analisi da dentro, da parte di chi l’ha vissuta sulla propria pelle ma non si mette contro come in una guerra ma cerca di comprendere i meccanismi psicologici e culturali per cambiarli dall’interno. Le istituzioni in questo non ci sono e Rosy oggi è sola.
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Anselmo (mercoledì, 13 febbraio 2013 16:50)
Ringrazio tutti i membri del Comitato Civico "Laboratorio Scalo", per aver reso possibile quest'emozionante incontro.